Biografia di Brevi Dario

Dario Brevi nasce a Limbiate in provincia di Milano, nel 1955 dove vive e lavora. Si è diplomato nel 1973 al liceo artistico di Brera e si è laureato in architettura al Politecnico di Milano. Viene subito segnalato fra gli artisti più interessanti della sua generazione con esposizioni a carattere internazionale, personale nel 1982 a Basilea, e mostre a Tokyo e Barcellona. Dario Brevi ha iniziato a lavorare negli anni ‘80 e ha fatto parte del movimento artistico “Nuovo Futurismo”, formatosi presso la galleria Diagramma/Luciano Inga-Pin di Milano e teorizzato dal critico bolognese Renato Barilli, quando il concettuale e le sue freddezze, lasciavano spazio alla pittura, al colore, al movimento ad una concettualità che si assumeva il rischio della rappresentazione e anche una certa gioia del fare arte. Brevi lavora sul materiale, l’MDF, (agglomerato costituito da un impasto di fibre di legno finissime, di densità costante, disponibile in pannelli levigati, utilizzato in sostituzione del legno massello nell’industria del mobile) alternando il vuoto al pieno, facendo interagire le sue stilizzazioni con lo spazio e realizzando opere tridimensionali giocate con ironia tra pittura e scultura in linea con la tendenza alla contaminazione di immagini presente nella realtà dei mass-media. Nel 1991 è uno dei 122 artisti internazionali selezionati per la mostra “Anninovanta” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Ha tenuto mostre personali e collettive in Italia ed all’estero in gallerie private (Amburgo, Basilea, Madrid, Havana, Helsinki, Lugano, Milano, Bologna, Trento, Firenze, Novara, Bari, Bolzano, Pisa, Como, Reggio Emilia, Parma, ecc…) spazi pubblici e musei (Fundaciò Joan Mirò Barcellona, Palazzo delle Albere Museo d’Arte Contemporanea Trento, Olympia Londra, Civica Galleria d’Arte Moderna Gallarate, Musei Civici Rimini, Art Museum Hivinkää, Istituto Italiano di Cultura Madrid, Art Museum Mikkeli, Palais des Expositions Nizza, Civica Galleria d’Arte Contemporanea Suzzara, Ginza Dai-Ichi Tokyo, Salon de la Misericordia Palma di Maiorca, Musei Civici Palazzo Guasco Alessandria, Galleria d’Arte Moderna Bologna, Palazzo Osterio Magno Cefalù, Pinacoteca Civica Bari, Palazzo Erba Odescalchi Scotti Bovisio M., Castello Carlo V Lecce, Castello Svevo Barletta, Museo dell’Informazione Senigallia, The Sharjah Arts Museum Emirati Arabi Uniti, Villa Groppallo Genova, Antico Palazzo della Pretura Castell’Arquato, Finish National Gallery Helsinki, Art Museum Saarijarvi, Art Museum Lapinlahti, Angelicum Milano, Museo Diocesano Brescia, Nelimarkka Museo Alajärvi, Museo della Permanente Milano, Palazzo Comunale Arezzo, Palazzo Farnese Piacenza, Alte Kelter Fellbach Stoccarda, Teatro dell’Arte Triennale Milano, Palazzo Natta Novara, Museo Civico del Broletto Novara, Castello Scaligero Malcesine…). Nel 1995 viene scelto per realizzare lo speciale contenitore in latta per Ballantine’s Scotch Whisky. Nel 2006 realizza per Swatch un multiplo dipinto a mano che accompagna in una confezione speciale un orologio dell’ultima collezione. Del suo lavoro si sono occupati numerosi critici d’arte con saggi e scritti pubblicati sui maggiori quotidiani e periodici di settore e non, italiani e stranieri. La galleria di riferimento per l’artista è la Galleria Centro Steccata che ha presentato l’artista in tredici mostre, tra personali e collettive. “[…]l’adesione di Brevi al Nuovo Futurismo, negli anni ‘80, indica fin dall’inizio la necessità di uscire da alcune secche in cui si dibatteva in quegli anni il dibattito artistico. La ricerca di una creatività a tutto campo, dalla pittura-scultura al design alla grafica, sulla scia del futurismo che aveva teorizzato la necessità di rivoluzionare i modi d’espressione e di vita in tutti i campi, lo porta ad una espressività originale che guarda con attenzione alla realtà e trae dalle immagini dei mass-media (giornali e pubblicità, soprattutto) le suggestioni per una propria narrazione. Il risvolto pop, che appare congeniale alla sua ricerca, non si perde mai nel decorativismo, ma si declina con grande libertà sia nelle forme-figure distribuite sulle pareti che nelle costruzioni tridimensionali. Questo gioco di rimandi tra pittura e scultura definisce bene lo spirito con cui l’artista affronta le sue opere e la sottile ironia sottesa ai suoi racconti, in apparenza innocui, li rende intriganti e suscettibili di diverse letture”. (Luigi Cavadini, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone)